L'UOMO CHE GUARDA IL MARE

Lo incontro tutti i giorni, nel freddo tagliente dell’inverno e nella brezza leggera dell’estate;

il suo viso è solcato dalla vita,intensa, vissuta a cuore aperto: un corpo a corpo continuo,una battaglia sempre persa,il coraggio di rialzarsi, riprendere fiato e continuare.

Poi, la resa,non la sconfitta,ma un’urgenza di pace.

Non parla, l’uomo che guarda il mare,sorride ,con gentile pudore, alla gente.

Non è un marinaio, che attraversa il “senza fine” , oltre i nostri piccoli orizzonti.

Lui, il mare lo contempla,accarezzando le onde con lo sguardo muto. Ha salvato poveri ignari dalle onde mortali, pochi riconoscono il suo coraggio di uomo, quel coraggio che rende la vita una cosa minuscola e  spinge al sacrificio ultimo. Guarda il mare e abbandona nel vento segreti pensieri.

Intravede, nell’aria densa di salsedine, le scelte, gli amori, gli errori irreparabili, le gioie improvvise che illuminano il suo sguardo.

“E’ andata così”, sembra dire, mentre accenna un sorriso. Arreso, giunto alla superba conclusione che non c’è “differenza alcuna tra il guidare i popoli o ubricarsi da solo”.

Sereno, respira nel vento, è solo, in pace con sé e con il resto del mondo. Per un’impresa sola, smetterebbe di guardare questo mare, volgendo le spalle alle onde.

Per un grande amore sfiderebbe ogni limite,

Per un grande amore finirebbe la sua tregua, oserebbe ancora quel tuffo impavido nell’altro.

Perché il suo cuore è puro, invincibile e pieno di un’insolita luce, come il mare.

Profondo.