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Semplici consigli per una vita più green ! It's our simple way of life

  • Giovanna Landi
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La più grande minaccia per il nostro pianeta è la convinzione che qualcun altro lo salverà.
Robert Swan


Ancora una volta, ci troviamo a richiamare l’attenzione su un tema a noi molto caro, la grave emergenza ambientale dovuta all’inquinamento da plastica, definito dall’ONU il più pericoloso in assoluto.

Si è conclusa qualche giorno fa una riunione delle Nazioni Unite, nella quale si è discussa l’approvazione di un nuovo trattato internazionale per contrastare questo enorme problema ambientale. Sappiamo che l’utilizzo spregiudicato di plastica ha un impatto drammatico sul nostro pianeta e sulla nostra salute ma gli accordi esistenti, come la convenzione di Stoccolma e di Basilea, non sono sufficienti ad arginare questa catastrofe. Oltre 150 milioni di tonnellate di plastica si trovano già negli oceani e il numero cresce di 10 milioni l’anno. Se non invertiamo la rotta, la quantità di plastica nei mari triplicherà entro il 2040.


Nel 2011, Craig Leeson, giornalista e filmaker iniziò a girare un documentario sulla balenottera azzurra al largo dello Sri Lanka. Durante le riprese, si ritrovò a navigare in un mare di plastica e il suo progetto sulle balenottere si trasformò in un’indagine sull’effetto distruttivo dei rifiuti nei mari, svolta in varie zone del Pianeta, che uscì nelle sale cinematografiche nel 2016.
A Plastic Ocean - film che vi consigliamo di vedere - mostra immagini drammatiche di balenottere che nuotano tra sacchetti e bottiglie. Come spiega l’esperta di cetacei Lindsay Porter, questi mammiferi per nutrirsi inghiottiscono l’acqua per trattenere krill e pesci minuscoli e, così facendo, ingoiano anche tonnellate di plastica.

Nessuna zona del mondo risulta essere incontaminata da questa spazzatura che uccide mammiferi, pesci e uccelli marini. Ci sono più di 5 trilioni di plastica sparsi nei nostri oceani sotto forma di microplastiche. A causa di vari fattori (tra i quali la luce solare, le onde e la salsedine), i rifiuti in plastica si dividono in piccolissimi pezzettini, che assorbono le sostanze chimiche riversate nei mari dalle industrie e dall’agricoltura diventando altamente tossici. Ma a rischio non è solo la fauna marina, la plastica ingerita da pesci, molluschi e crostacei finisce anche sulle nostre tavole. A repentaglio è, dunque, anche la nostra salute: gli inquinanti, rilasciati dalle microplastiche e ingeriti attraverso i prodotti ittici, possono interferire con il sistema endocrino umano fino a produrre alterazioni genetiche.

Alimenti, bevande, prodotti per l'igiene personale, cosmetici, detersivi, imballaggi di ogni tipo, pannolini, spazzolini e persino vestiti... sono solo alcuni degli oggetti che utilizziamo tutti noi quotidianamente e solo una minima parte di questo materiale è riciclabile (meno del 5%). La maggior parte di tutta questa plastica va a finire negli oceani. È come se ogni minuto un camion pieno di spazzatura venisse svuotato in mare, riuscite a immaginarlo?

La responsabilità dell’inquinamento da plastica è collettiva, la lotta per salvare il mare dai rifiuti deve coinvolgere ognuno di noi. Ma cosa possiamo fare?

Innanzitutto, eliminare dai nostri consumi oggetti come le cannucce (noi le abbiamo sostituite con ziti di pasta!) le posate, le bottiglie, i bicchieri, e i piatti di plastica. Diciamo basta all’usa e getta. Anche dal frigo si può ridurre la plastica, utilizzando metodi alternativi naturali per conservare i cibi, ad esempio un panno di cotone per proteggere frutta e verdura.

Modificare i nostri paradigmi di acquisto. Prediligiamo negozi o mercati che vendono prodotti sfusi e alla spina e chiediamo di usare sacchetti di carta anziché vaschette e buste di plastica. Facciamo sì che tutte le nostre decisioni, in termini di consumo, tengano conto della necessità di ridurre al minimo/eliminare l’inquinamento da plastica.

E, infine, diventare attivi promotori di questa importante battaglia, educando anche chi ci circonda al rispetto e alla responsabilità, diffondendo informazioni, ma soprattutto dando il buon esempio e raccontando i propri sforzi e i risultati raggiunti, affinché l’impegno alla riduzione della plastica diventi uno stile di vita unanimamente condiviso.

È necessario raggiungere una consapevolezza globale sull’importanza dell’ambiente, ne va della Vita, della nostra e di quella delle generazioni future. Abbiamo il dovere di difendere il nostro pianeta, il nostro mare, la nostra unica casa.

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Gio Land

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