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LETTERA A ROY DAL DUMDUM REPUBLIC UNITED

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Caro Royuzzo,  vogliamo  dirti quanto siamo felici di riabbracciarti e quanto ti amiamo per la tua generosità e la tua simpatia.

Vedi , noi ce la mettiamo tutta, ma a volte il cuore meridionale vince sul cervello europeo e combiniamo un sacco di guai. Ma teniamocelo stretto questo cuore  terrone, rosso e caldo come la lava dei nostri due vulcani,  che si commuove ancora quando un amico ti abbraccia. Teniamocelo stretto questo cuore  che si emoziona  e che vuole far festa, a dispetto della tristezza che ovunque si va appiccicando. Resistiamo, Royuzzo, noi terroni, come sempre, fregandocene della borsa e dei mercati,  tenendo duro, lavorando senza assurde ambizioni, amando, sempre e sognando  senza stancarci mai. Affidiamo al grande poeta Pablo Neruda, le parole del nostro cuore. Sembrano scritte apposta per te…

 

Ode All’Uomo semplice

Ti racconterò in segreto
chi sono io,
così, ad alta voce,
mi dirai chi sei,
voglio sapere chi sei,
quanto guadagni,
in quale azienda lavori,
in quale miniera,
in quale farmacia,
ho un dovere terribile,
cioè sapere,
sapere tutto,
giorno e notte sapere
come ti chiami,
è questo il mio compito, conoscere una vita
non è abbastanza,
ma neanche conoscere tutte le vite è necessario,
vedrai,
bisogna sviscerare,
grattare a fondo
e poiché su una tela
le linee nascosero,
con il colore, la trama
del tessuto,
io cancello i colori
e cerco fino a trovare
il tessuto che sta sotto,
in questo stesso modo trovo l’unità degli uomini,
e nel pane
cerco
più in là della forma:
mi piace il pane, lo mordo,
e allora
vedo il frumento,
i campi di grano precoce,
la verde forma della primavera, le radici, l’acqua,
per questo
più in là del pane,
vedo la terra,
l’unità della terra,
l’acqua,
l’uomo,
e così provo tutto
cercandoti
in tutto, cammino,nuoto,navigo
fino ad incontrarti,
e allora ti domando
come ti chiami,
strada e numero,
perché tu riceva
le mie lettere,
perché io ti dica
chi sono e quanto guadagno, dove abito,
e com’ era mio padre.
Vedi che semplice sono,
che semplice sei,
non si tratta
di nulla di complicato,
io lavoro con te,
tu vivi, vai e vieni
da un luogo all’ altro,
è molto semplice:
sei la vita,
sei trasparente
come l’acqua,
e così sono anch’io,
è questo il mio dovere:
essere trasparente,
ogni giorno
imparo,
ogni giorno mi pettino
pensando come pensi,
e cammino
come tu cammini,
mangio come tu mangi,
tengo fra le braccia il mio amore come tu la tua fidanzata,
e allora,
avendo ciò provato,
visto che siamo uguali
scrivo,
scrivo della tua vita e della mia, del tuo amore e dei miei,
di tutti i tuoi dolori,
e allora
siamo già diversi
perché, la mia mano sulla tua spalla, come vecchi amici
ti dico in un orecchio:
non soffrire,
il giorno sta arrivando,
vieni,
vieni con me,
vieni
con tutti
quelli che ti assomigliano,
i più semplici,
vieni,
non soffrire,
vieni con me,
perché anche se tu non lo sai, questo io lo so bene:
io so in che direzione andiamo, ed è questa la parola:
non soffrire
perché vinceremo, vinceremo noi,
i più semplici,
vinceremo,
anche se tu non lo credi, vinceremo.

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