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DIARIO DI UN SEDUTTORE BENEFATTORE

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Sfrecciava sul suo boxer verde, tutto sbrindellato, indossava un paio di jeans sdruciti,con passamaneria agli orli,una t.shirt bianca e una sciarpetta di seta indiana.

Pedalavo sulla mia bicicletta nuova rossa fiammante, regalata per la promozione, si accostò, rimasi inebetita,  abbronzato con i riccioli bagnati dall’acqua di mare, mi  regalò una delle sue battute e aggiunse con fare da play-boy consumato: “ Io a te t’aggia cresce!” che tradotto in un linguaggio più consono ai tempi moderni sarebbe: “ sei ancora una bambina, ma prometti bene”. E’ inutile dirvi cha da quel giorno Andrea Sergio divenne  il mio idolo, era addirittura più bello di Dago, personaggio dei fumetti, di cui sono stato sempre innamorata, non conoscendo affatto il discrimine tra fantasia e realtà.  Seguivo dai racconti di mio fratello, suo amico fraterno, le innumerevoli avventure di Andrea, femmine a palate, che conquistava con i suoi bei riccioli neri e i suoi biglietti d’amore, che facevano il giro degli amici, ma non avevano identica fortuna.  Andrea era capace di tenere in piedi fino a dieci fidanzamenti contemporaneamente, era un mago degli appuntamenti, non si sbagliava mai. Era fidanzato ufficialmente con almeno tre ragazze, spendeva fortune per regali e mazzi di fiori giganteschi.  Il nostro seduttore non faceva differenze, brune o bionde, alte o basse, grasse o magre, le donne erano tutte belle e lui si innamorava per davvero di tutte, un vero benefattore per molte, magari più sfortunatelle, che mai avrebbero potuto esibire un giovane cosi brillante alle feste. Io, intanto, leggevo Dago, che nella mia fantasia era diventato Andrea e aspettavo con uno strano sfarfallio nel cuore, il suo arrivo a casa, emozionandomi per lo stridore dei freni della sua seat ibiza appezzottata; Andrea non aveva bisogno di berline fiammanti per conquistare le pulzelle.Chiesi a mia zia, cosa fosse quella sensazione, era già iniziata la mia passione per l’enciclopedia medica ed ero convinta che avessi un problema di aritmia cardiaca .Mia zia sorrise e mi disse” Ti sei innamorata, bella mia, ma stai attenta che Andrea è un don giovanni”. Ero innamorata, ma Andrea mi trattava come una bambina, mi regalava pupazzetti, mi prendeva in giro, ballavamo il tip tap,convinti di essere la reincarnazione di  Fraid Astaire e Ginger Rogers. A quel tempo  il bell’Andrea aveva mandato in tilt un’ americana, che aveva conosciuto ad Ibiza, una certa Tricia. Ad Ibiza il nostro bel ami, contrario ad ogni forma di droga, aveva effettuato un esperimento scientifico, spacciava mentine colorate in discoteca e i rincoglioniti ballavano,invasati, convinti  che fosse  exatsy. Con mio grande dolore si trasferì a San Francisco, dove si diede alla bella vita, di cui avevo notizie perché  mi telefonava almeno una volta giorno  per raccontarmi delle meraviglie della città e stavamo al telefono almeno un’ora.  Rientrò  per le vacanze di Natale ed io ero tutta in trepidazione, avremmo trascorso il capodanno insieme.  Venne a casa a prendermi  e prima di giungere alla festa mi stampò un bacio sulla bocca. Mio dio, ero fidanzata !!!!  Nei giorni seguenti Tricia, l’americana, cominciò a telefonare a casa mia, chiedendo disperatamente di Andrea, dalla conversazioni capii che le era giunta una bollette telefonica di migliaia di dollari, causa le telefonate di Andrea durante il soggiorno americano,  il nostro amico non si perse d’animo , tra finte lacrime e singhiozzi, degni di un oscar, le disse “ “you  don’t care about love, but about money.”. Che poeta!   La nostra storia d’amore procedeva tra baci, scambiati di nascosto, mentre mi aiutava nelle versioni di greco.  Mio fratello aveva, intanto subodorato il fattaccio e insospettito entrò in camera mia, con fare minaccioso dicendomi a chiare lettere:” non farti prudere la patonzia di  fidanzarti con Andrea perché è un amico mio!” E qui la questione si faceva complicata, fidanzarsi con la sorella di un amico era un crimine, Andrea fu colto dal rimorso, da un’ improvvisa crisi di coscienza e arrivato nottetempo nella mia camera, lasciò sul mio cuscino una rosa e un biglietto. Così c’era scritto: “ non credere neanche un istante mi manchi la voglia di stare con te, seppure non te lo dico l’amore lo vorrei solo da te. Ma devi restare un’amica. Chiedimi tutto, chiedimi come si possa impazzire pensando a te, chiedimi tutto, ma dammi quel mare versato negli occhi, per farmi morire se guardo te. Ma devi restare un’amica”. Che poeta!

Corsi,disperata da zia Adelina per un consiglio poetico e,inforcati gli occhiali,rapita dall’estro , mi ordinò il seguente biglietto:” Ecco,il sipario si chiude per sempre. La beffa ha raggiunto l’effetto dsesiderato: Io ti ho amato davvero e anche quando non ti amerò più rimarrai l’unico rimpianto della mia vita”. Che  tragediografa greca!

Io piansi un po’, poi continuai a leggere Dago, che improvvisamente non somigliava più ad Andrea, ma ad un ragazzo francese che avevo conosciuto in spiaggia. Andrea continuava la sua ascesa, si racconta di donne che sotto casa sua facevano la ronda, giungevano perfino a stabilire dei turni,” i  giorni pari esce con me e i giorni dispari con te”. Andrea, a detta di beppemandetta, conosce il segreto delle donne.  Ed è cosi, perché non è il solito playboy da strapazzo,  Andrea ci sa fare,  sa come far ridere le donne, farle ritornare bambine, con gentilezza e allegria e quando è finita, niente drammi, diventa il migliore degli amici.  Solo Stefania ce l’ha fatta a farlo capitolare, vita casalinga, tutto dumdum  e famiglia, ma l’allegria è quella dei vent’anni e pure l’auto. Molti sono i suoi allievi, ma nessuno ha mai superato il maestro: un vero amante delle donne, ama prima di tutto la vita  ed in questo Andrea è un artista insuperato ed insuperabile.

unica nota dolente del nostro Andrea è che amava Franco Califano...

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