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UN GIORNO D’ESTATE, CON ELVIS

  • Giovanna Landi
  • Blog
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Su un’amaca, il tepore del sole, la brezza di mare sulla pelle, in mano un margarita... basta chiudere gli occhi e, come per magia, la voce calda e suadente di Elvis Presley in That’s all right ci porta lontano.

Il brano fu il primo singolo inciso, in un giorno d’estate del 1954, da un ragazzo con gli occhi blu come l’oceano, con camicia sgargiante, ciuffo brillantinato e due folte basette. Non ancora ventenne, Elvis fu il primo cantante bianco ad incidere un album rock ‘n’ roll, l’uomo che sarebbe diventato, di lì a poco, the King.

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Elvis Aaron Presley nacque l’8 gennaio del 1935 a Tupelo, nel Mississippi, suo fratello gemello nacque morto. Era il periodo della grande depressione e la sua famiglia era molto povera. Fin da piccolo rimase affascinato dalla musica, e in particolare, dal Country e dal Gospel ma ciò che gli cambiò la vita fu la sua prima chitarra, regalatagli da bambino. Nel 1948, la famiglia Presley si trasferì a Memphis, in cerca di una sistemazione migliore. Fu lì che si appassionò al Rhythm and Blues, grazie anche ad artisti come B.B. King. Totalmente assorbito dalla passione per la musica, abbandonò gli studi e iniziò a lavorare come camionista. Un giorno, mentre transitava per la Union Street, pochi chilometri fuori downtown Memphis, si ritrovò davanti un edificio di mattoni rossi, la sede della Sun Records. Per fare una sorpresa a sua madre Gladys, cui era tanto legato, decise di registrare per pochi dollari una canzone. Lo accolse Marion Keisker, una dipendente dell’etichetta, che rimasta affascinata dalla voce di Elvis, suggerì a Sam Philips, proprietario della casa discografica, di organizzare un provino. Sam era un giovane discografico con una visione della musica innovativa e fuori dagli schemi. Era dotato di una particolare sensibilità e aveva intuito che un cambiamento della musica e del costume fosse nell’aria. Un anno e mezzo prima (1951), aveva prodotto e registrato Rocket 88 di Jackie Brenston and his Delta Cats, un pezzo del giovane Ike Turner, che lo aveva portato in testa alle classifiche R ‘n’ B. Secondo lo storico della musica Peter Guralnick, fu quella la prima incisione di rock ‘n’ roll della storia, in essa il primo esempio di chitarra distorta. Ma il sogno di Sam era quello di trovare qualcuno che potesse incarnare la sintesi perfetta, per sound e voce, tra l’America nera e l’America bianca.

 

Il primo provino fatto a Elvis non andò molto bene, l’emozione giocò brutti scherzi, ma la sua voce malinconica e penetrante lasciò comunque il segno. Il produttore non si arrese, organizzò un secondo provino con due musicisti, il chitarrista Scotty Moore e il contrabbassista Bill Black. Purtroppo, anche stavolta, niente sembrava andare per il verso giusto finché Sam chiamò l’ennesima pausa e si allontanò. Ad un tratto, Elvis iniziò a suonare la chitarra e a cantare, That's Alright, Mama, un vecchio blues di Arthur "Big Boy" Crudup, a velocità doppia rispetto alla versione originale. I due musicisti iniziarono a seguirlo, Sam rimase folgorato. Corse nello studio, li fece partire da capo e avviò il nastro per la registrazione. Stava ascoltando, esattamente, ciò che cercava da mesi: un nuovo sound (particolare fusione di country & western, rhythm' n' blues, folk e hillybilly), che oltrepassava le barriere tra generi musicali e come un fiume in piena spazzava via gli argini razziali che contenevano la musica popolare degli USA negli anni ‘50. La sua voce era il trait d'union tra due mondi fino ad allora separati, il rhythm and blues e la country music. La sessione continuò, il trio registrò anche Blue Moon of Kentucky. E il singolo fu pronto per essere stampato. Nel giro di pochi giorni, vennero distribuite le prime 20.000 copie. Quando Blue Moon of Kentucky arrivò in radio i centralini impazzirono, tutti rimasero ipnotizzati dalla voce di Elvis. Nacque la Elvismania. Dopo una settimana dalla messa in onda, il singolo aveva già raggiunto la terza posizione della Country & Western Chart. Arrivarono le prime scritture e i tour. Nel 1955, il suo contratto venne venduto alla rinomata Rca Records. Il suo primo album, dal titolo Elvis Presley, divenne il primo disco della storia della musica a vendere più di un milione di copie. L’anno successivo il cantante registrò alcuni brani tra i più significativi della sua carriera: Heartbreak Hotel, Hound Dog Don’t be cruel.

Alla fine del 1955, gli si spalancarono le porte della tv nazionale, fu allora che l’incantesimo si compì. Con la sua presenza scenica, l’abbigliamento stravagante, la mimica inconfondibile, l’atteggiamento provocatorio e anticonformista iniziò ad entrare nei salotti americani e, come un terremoto, a sgretolare i muri del conservazionismo. Quando muoveva il bacino nella sua maniera sfacciata mandava in visibilio migliaia di ragazzine e provocava scandalo tra i benpensanti, dando modo alla stampa di riempire le pagine dei giornali. In quegli anni, i giovani entrarono in scena come soggetto politico, con forza dirompente. Fu Elvis a liberare i corpi e i desideri di ragazzi e ragazze finalmente liberi di ballare, di muoversi, di esprimere la propria energia vitale, spezzando le catene del bigottismo. Il rock' n' roll di Elvis era qualcosa che il mondo degli adulti non riusciva a comprendere, perché rompeva drasticamente con il passato. Elvis fu in grado di portare la black music tra i bianchi, in un’epoca di forti discriminazioni razziali, non soltanto con la sua voce ma anche con il suo corpo. Incarnava, infatti, la trasgressione e la potenza di quei suoni, incantava tutti con la sua carica erotica, sfidando il comune senso del pudore. Elvis the Pelvis, ribelle, erotico, spudorato fu la prima rockstar e innescò una rivoluzione dei corpi che si protrarrà per i successivi trent’anni. Ma fu anche il self made man, l’icona del sogno americano. Nato povero e divenuto recordman per i dischi venduti (più di un miliardo in tutto il mondo) divenne un supereroe, il paladino della rivoluzione musicale ma anche della rivoluzione sessuale.

Attraverso la sua musica aprì la strada ai musicisti di colore e ispirò i più grandi cantanti e musicisti di tutto il mondo.

“Elvis è stato il primo uomo moderno del ventesimo secolo, ha precorso la rivoluzione sessuale e la rivoluzione dei diritti civili. Era figlio della stessa Memphis di Martin Luther King, creatore di un'arte fondamentale che sarebbe stata accolta nella cultura americana. Elvis e la televisione ci hanno dato accesso ad un nuovo linguaggio, ad un nuovo modo di essere e di apparire, di ascoltare musica. Non appena tutti ebbero modo di vederlo non fu più possibile ricacciare il genio nella lampada. La distinzione si fece chiara: di là il passato, di qua il presente e proprio davanti ai loro occhi un futuro che veniva forgiato al suono bianco del Rockabilly" disse Bruce Springsteen.

“Quando ho sentito la voce di Elvis per la prima volta ho capito che non avrei mai lavorato per nessuno, e che nessuno sarebbe stato il mio capo. Ascoltarlo per la prima volta è stato come evadere di prigione” disse, invece, Bob Dylan.

Era un giorno d’estate, anche quel 16 agosto 1977, quando il Re venne trovato morto nel suo bagno, a Graceland, dalla fidanzata Ginger Alden, deceduto a causa di un infarto a soli quarantadue anni, depresso e imbottito di farmaci. La scomparsa prematura del mito è, ancora oggi, avvolta nel mistero e c’è chi crede che il Re sia vivo tuttora. Quel che è sicuro è che Elvis resterà immortale nel ricordo di intere generazioni di fans in tutto il pianeta, che ogni anno visitano la sua casa, e nella voce di tutti gli artisti che hanno seguito e seguono le sue orme. Fu il primo a sdoganare la black music e a diffondere un genere che altrimenti sarebbe rimasto legato principalmente al pubblico nero, il primo a poter vantare record di vendita irraggiungibili, il primo ad intraprendere una carriera cinematografica indipendente, il primo a introdurre una nuova concezione del corpo e a diffondere una morale basata sulla libertà sessuale... insomma, Elvis Presley resterà per sempre il numero uno perché, come disse John Lennon, prima di Elvis non c'era niente".

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